Le nozze, Venezia, Zatta, 1797

 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 MASOTTO e LIVIETTA
 
 Livietta
420Dica, signor fattor, con sua licenza;
 le vorrei dire una parola.
 Masotto
                                                Due
 ancor ne ascolterò.
 Livietta
 Scusi.
 Masotto
               Fa’ grazia.
 Livietta
                                    Non vorrei...
 Masotto
                                                             Che serve?
 Livietta
 Se la sturbo, la prego perdonare.
 Masotto
425Voi mi fate penare. (Son curioso
 di saper cosa vuole).
 Livietta
 Dorina si marita.
 Masotto
                                   E che per questo?
 Livietta
 Ed io fanciulla ed a servire io resto.
 Masotto
 Anche per voi verrà...
 Livietta
430Da marito ancor io sono in età.
 Dorina non ha niente più di me;
 se si marita lei, io no? Perché?
 Masotto
 Quando si vuol marito,
 un qualche buon partito
435che capiti s’aspetta.
 Livietta
 Se fossi una civetta,
 come Dorina, l’averei trovato.
 Signor fattor garbato,
 so tutto e so che lei
440s’è dichiarato amante di colei.
 Masotto
 Io? (Come l’ha saputo?)
 Livietta
 In disparte ho sentito ed ho veduto;
 ma sono una ragazza che ha prudenza,
 non lo dirò a nessun ma con un patto,
445che mi faciate aver, perché stia zitta,
 in isposo colui che ha nome Titta.
 Masotto
 Vi prometto di farlo.
 Livietta
                                        Ma non basta;
 vuo’ che mi fate poi la sigurtà
 che sarà tutto mio con fedeltà.
 Masotto
450La cosa è un po’ difficile; peraltro,
 è Titta un buon ragazzo.
 Credo sarà fedel...
 Livietta
 A voi mi raccomando.
 M’impegno di tacer quello che so
455e se bisogna ancor v’aiuterò.
 Masotto
 Chi sa che non mi valga
 di voi, Livietta mia?
 Livietta
                                        Dice il proverbio:
 «Una man lava l’altra».
 Onde ancora fra noi sarem così.
 
460   Son una ragazzina
 sì docile e bonina;
 di me più servizievole
 al mondo non si dà.
 
    Ma vuol ragione poi
465che facciasi da voi
 quel che da me si fa. (Parte)
 
 SCENA II
 
 MASOTTO e poi il CONTE
 
 Masotto
 Questo è un pochin d’imbroglio,
 regolarsi conviene con prudenza;
 non avrei mai creduto
470che Livietta sapesse i fatti miei.
 Nascosta si sarà fra queste porte.
 Oh queste donne sono pure accorte!
 Conte
 Ebben, Masotto, ebbene,
 che risposta mi date?
 Masotto
475Signor, non dubitate;
 vi prometto e vi giuro,
 Mingone non l’avrà, state sicuro.
 Conte
 Sarà dunque di Titta.
 Masotto
                                          Il suo rivale
 non l’avrà certo; a voi
480lascio tirar la conseguenza poi.
 Conte
 Che dirà la contessa?
 Masotto
                                         Questa volta
 non la supera al certo.
 Non fo per darmi merto.
 Forse Mingone l’averia sposata,
485s’io Dorina non avessi sconsigliata.
 Conte
 Masotto un dì vedrà
 quanto grato io gli sia.
 Masotto
                                           Vostra bontà.
 
 SCENA III
 
 La CONTESSA e detti
 
 Contessa
 Masotto.
 Masotto
                   Mia signora.
 Contessa
 Ben, si è deciso ancora?
 Masotto
490Dirò... (Con sua licenza). (Al conte)
 (Per questa parte non stia più dubbiosa,
 che Titta certo non l’avrà in isposa). (Piano alla contessa)
 Contessa
 (Dunque l’avrà Mingone). (A Masotto)
 Masotto
                                                   (Non saprei,
 lascio tirar la conseguenza a lei). (Alla contessa)
 Contessa
495(Come andò la faccenda?) (A Masotto)
 Masotto
                                                   (In due parole
 Dorina ho persuaso
 ed è per Titta disperato il caso). (Alla contessa)
 Contessa
 (Bravo davver!) (A Masotto)
 Masotto
                                 (Al certo
 uomini come me ve ne son pochi). (Alla contessa)
500(Ma la testa davver convien che giochi).
 Conte
 (Che dice?) (A Masotto)
 Masotto
                          (È disperata).
 Conte
 (Ho piacer ch’ella sia mortificata).
 Masotto
 (Ora non parla più). (Al conte)
 Contessa
                                         (Come l’intende?) (A Masotto)
 Masotto
 (Fra sé stesso delira). (Alla contessa)
 Contessa
505(Gli si vede negli occhi il foco e l’ira). (A Masotto)
 Conte
 Fattor.
 Masotto
                La mi comandi.
 Conte
                                               Come dissi,
 d’ogni effetto dotale
 che portò la contessa in questa casa,
 preparatemi i conti.
 Masotto
510Quando comanderà saranno pronti.
 Contessa
 Badate; nel contratto
 vi ha da essere un patto,
 per cui nel caso di restituzione,
 s’han da considerare i frutti ancora.
 Masotto
515Baderò, sì signora.
 Conte
 Poi penseremo a sciorre il matrimonio.
 Contessa
 Liberata sarò da un tal demonio.
 Masotto
 Perdonino di grazia;
 perché tanta rovina?
 Contessa
520Non mi può più veder.
 Conte
                                            M’odia alla morte.
 Contessa
 Che marito gentil!
 Conte
                                     Bella consorte!
 Masotto
 E pur parmi vedere
 che lontani non son dal far la pace.
 Conte
 Con me sempre è sdegnosa.
 Contessa
525Compatibile io son, se son gelosa.
 Masotto
 Via, s’accostino un poco.
 Contessa
                                               Oh questo no;
 la prima non sarò.
 Masotto
 Da bravo, padron mio.
 Conte
 Non voglio essere il primo nemmen io.
 Masotto
530Un pochin alla volta,
 un pochino per uno.
 Vi è un po’ di ritrosia;
 con licenza, signor, anderò via.
 
    Servo umilissimo,
535ossequiosissimo,
 quando mi chiamino
 sarà prontissimo,
 verrò a servir.
 
    Faccia un passino in là; (All’uno)
540volti quel viso in qua. (All’altro)
 Ah che contento amabile,
 quando due sposi s’amano,
 il cor che d’ira è torbido
 in pace ritornar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 Il CONTE e la CONTESSA
 
 Contessa
545Se stasse a me, per certo,
 la quiete ci saria.
 Conte
                                  Non sono il primo
 a promover le liti.
 Contessa
                                    E queste liti
 han da esser eterne?
 Conte
                                         Dal mio canto,
 sono finite adesso.
 Contessa
550E per me sono pronta a far lo stesso.
 Conte
 Dunque pace, consorte, e non più guerra.
 Contessa
 Pace, marito mio.
 Conte
 Contento io sono.
 Contessa
                                   E son contenta anch’io.
 
 SCENA V
 
 DORINA e detti
 
 Dorina
 Signori, se comandano,
555il desinare è lesto.
 Contessa
 Dite al cuoco che aspetti.
 Conte
                                                È ancora presto.
 Contessa
 Ma se comanda il conte...
 Conte
 Ah no, contessa mia.
 Contessa
 Quel che volete voi...
 Conte
                                        Quel che a voi piace.
 Dorina
560(Oh che prodigio! Son tornati in pace).
 Contessa
 Sentite, da qui innanzi
 non istate a turbar la nostra quiete. (A Dorina)
 Conte
 La cagione voi siete
 che si grida fra noi; ma in avvenire
565non si griderà più, certo, sicuro.
 Dorina
 Io le risse, signore, io non procuro.
 Contessa
 Preparatevi dunque,
 senza addurre altra scusa, altra ragione,
 la man di sposa a porgere a Mingone.
 Conte
570Oh no, cara consorte,
 la cosa non va bene,
 che sposi il giardiniero non conviene.
 Dorina
 (Affé tornan da capo).
 Contessa
                                           Il vostro Titta
 certo non sposerà.
 Conte
575Né anche il vostro Mingone in verità.
 Contessa
 Chi può star saldo stia;
 sì, la ragione mia dee prevalere.
 Conte
 Con questa bestia chi si può tenere?
 Dorina
 Signore. (Al conte)
 Conte
                    M’hai capito.
 Dorina
580La prego. (Alla contessa)
 Contessa
                      M’ho spiegato.
 Conte
 Titta dovrai sposar. Non vuo’ schiamazzi.
 Contessa
 Hai da sposar Mingon.
 Dorina
                                            (O che bei pazzi!)
 Conte
 Ecco, signora sposa,
 dove il piacer, dove l’amore è ito!
 Contessa
585Dove il mandò l’indocile marito.
 
    Non v’è amor, non v’è più pace
 dove regna il fiero orgoglio,
 tollerar no più non voglio
 tanti affanni nel mio cor.
 
590   A voler non sono audace
 quel ch’è giusto e quel che giova
 e il negarmelo è una prova
 di viltà, di poco amor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 DORINA ed il CONTE
 
 Conte
 Ecco, per cagion vostra...
 Dorina
595Se si grida, signor, per cagion mia,
 datemi la licenza, anderò via.
 Conte
 Per me v’ho licenziata;
 andatevene pur, però sposata.
 Dorina
 Ma perché mi volete
600obbligare a sposarmi? Se volessi
 vivere sempre sola?
 Conte
 Ho data la parola;
 voi avete promesso d’accordarla;
 è disposta la cosa e convien farla.
 Dorina
605Ma io... signor mio caro...
 vi dico... ad ogni patto...
 un di no tanto fatto.
 Conte
                                       Impertinente!
 Così meco si parla?
 Ora son nell’impegno e vuo’ spuntarla.
610Titta, ehi Titta. (Chiama)
 
 SCENA VII
 
 TITTA e detti
 
 Titta
                                Signor.
 Conte
                                                Sei tu disposto
 ora qui a maritarti?
 Titta
                                       Sì, signore.
 Dorina
 Ma io non vuo’ sposarti.
 Titta
 Pronte ha sempre il mio cor le voglie sue
 ma questa cosa s’ha da fare in due.
 Conte
615Dorina, in mia presenza
 porgi a Titta la man.
 Dorina
                                        Con sua licenza. (Vuol partire)
 Conte
 Di qui non partirai, se non lo sposi.
 Dorina
 Senti, se ti pigliassi
 a forza per marito,
620vorrei dopo tre dì farti pentito. (A Titta)
 Titta
 Davver?
 Conte
                   Non le badare.
 Titta
 Non vorrei che m’avesse a spennacchiare.
 
 SCENA VIII
 
 La CONTESSA, MINGONE e detti
 
 Contessa
 Su presto, in mia presenza
 da’ la mano a colei. (A Mingone)
 Dorina
625Orsù, padroni miei,
 sapete cosa c’è?
 La festa non si fa senza di me.
 Vi dico apertamente
 che per or non ne voglio saper niente.
 Conte
630Come c’entrate voi? (Alla contessa)
 Contessa
                                        Voi, chi v’insegna
 a violentar le figlie in tal maniera?
 Conte
 Quel briccon di Mingone invan la spera.
 Mingone
 Io non parlo, signore.
 Titta
                                          Anch’io sto zitto.
 Dorina
 Così foste uno lesso e l’altro fritto.
635L’ho detto, lo ridico e lo dirò
 fino che fiato avrò;
 con alcun di costor non vuo’ legarmi;
 e se di maritarmi avrò desio,
 voglio farlo, signori, a modo mio.
 
640   Voglio dir quel che mi piace,
 voglio amar chi più mi par;
 oggi sì e domani no
 e rimproveri non vuo’.
 
    Se vi faccio una finezza (A Mingone)
645non vi state a lusingar.
 Se vi parlo con asprezza (A Titta)
 voi l’avete a sopportar.
 
    Oh questa è bella, oh questa è buona!
 Io son padrona di corbellar
650e voglio dire quel che mi par. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 Il CONTE, la CONTESSA, TITTA e MINGONE
 
 Contessa
 S’io non giungeva in tempo,
 la povera Dorina
 era sagrificata.
 Conte
 Voi l’avreste per poco assassinata.
 Contessa
655Vedo quel che sperare,
 quel che temer conviene,
 questa faccenda non finirà bene. (Parte)
 
 SCENA X
 
 Il CONTE, TITTA e MINGONE
 
 Titta
 Signor, per quel ch’io vedo,
 non ne faremo niente.
 Conte
                                           Sta’ pur sodo
660e di sposarla troverassi il modo.
 Mingone
 (Senti, se tu la sposi,
 io ti voglio scannar). (Piano a Titta)
 Titta
                                         Mi vuol scannare
 costui, quand’io la sposi. (Al conte)
 Conte
 Temerario! Tant’osi me presente?
665Se ardirai di parlar...
 Mingone
                                         Non dico niente.
 Conte
 Ascoltami; può darsi
 che l’interesse vaglia
 a vincere Dorina;
 le darò cento doppie. (A Titta)
 Titta
                                          Buono, buono!
 Conte
670E dopo saran tue.
 Titta
                                   Contento io sono.
 Mingone
 (Se vedessi la forca,
 ti vuo’ ammazzar). (Piano a Titta)
 Titta
                                      Mi vuo’ mazzar, mi dice. (Al conte)
 Conte
 Sotto un baston, se parli,
 morirai prima tu.
 Mingone
675Non temete, signor, non parlo più.
 Titta
 Chi sa! Le cento doppie
 potrebbero allettarla;
 io son pronto a sposarla,
 ognor che il comandiate.
 Mingone
680(Giuro a Bacco, saranno schioppettate).
 Titta
 Schioppettate? (Verso Mingone)
 Conte
                                Che dici? (A Mingone)
 Mingone
                                                    Io non parlai.
 Titta
 Maledetto costui, non tace mai.
 
    La sposerò, signore;
 la prenderò di core,
685se voi la date a me. (Al conte)
 E ben, che cosa c’è? (A Mingone)
 
    Le cento doppie care...
 Ei dice mi vuol dare; (Al conte, accenando Mingone)
 saranno roba mia;
690e in pace e in allegria...
 Sta’ zitto, maledetto. (A Mingone)
 Me le potrò goder...
 Costui non vuol tacer. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 Il CONTE e MINGONE
 
 Conte
 Briccon, vattene tosto
695da casa mia. Ma no,
 licenziar non ti vuo’.
 Restane a me soggetto
 e fremi ed ubbidisci a tuo dispetto.
 Sposa sarà di Titta
700Dorina cameriera
 e tu, se di fiatar solo ardirai,
 tutto lo sdegno mio tu proverai.
 
    Anche il leon sdegnato
 confonde i suoi nemici;
705vibra le zanne ultrici
 all’agna ed al pastor.
 
    All’ira provocato
 io pur da vari oggetti,
 uno per tutti aspetti
710provare il mio rigor. (Parte)
 
 SCENA XII
 
 MINGONE solo
 
 Mingone
 Ed io dovrò esser quello
 che proverà il leon, benché un agnello?
 E per chi? Per colui ch’è mio rivale.
 Sarebbe manco male
715dunque levar di vita quel birbone
 e finita sarebbe la tenzone.
 Cospetto, cospettaccio!
 Lo voglio sbudellare,
 se fosse in mezzo alle più forti squadre,
720se fosse ancora in braccio di sua madre.
 
    Mi avete visto in guerra?
 Eh... no... quest’è l’errore.
 Faccio tremar la terra,
 i monti dentro e fuore;
725mando in rovina eserciti,
 spiano, sminuzzo e stritolo;
 Ma basta, basta, basta.
 S’ei fa da bell’umore,
 a calci, a scappellotti
730in polvere anderà...
 
    Quante bugie ch’ho detto!
 Fuggir mi converrà. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 Giardino in tempo di notte.
 
 MASOTTO e DORINA, poi LIVIETTA
 
 Masotto
 Dorina mia, s’imbrogliano le cose
 e per voi e per me. Sarebbe meglio,
735per terminare ogni difficoltà,
 che tutti due fuggissimo di qua.
 Dorina
 Fuggir non mi par cosa
 onesta e prudenziale.
 Masotto
 L’affare, se stiam qui, finirà male.
 Livietta
740(Sento gente. Al mio solito
 voglio un poco ascoltar). (Da sé in disparte)
 Dorina
                                               Dove pensate
 di volermi condurre?
 Masotto
                                          A casa mia.
 Troverete una zia,
 sorella di mio padre,
745che bisognando vi farà da madre.
 Dorina
 Quand’è così... Son quasi
 risolta di venire.
 Masotto
                                 Andiamo subito,
 prima che se n’accorgano.
 Livietta
                                                  (Bravissimi!
 Senza dir nulla a me voglion fuggire?
750Questo torto mi fan? S’han da pentire). (Da sé e parte)
 
 SCENA XIV
 
 MASOTTO e DORINA, poi MINGONE
 
 Masotto
 Ho già messo da parte
 tutto quel che bisogna.
 Dorina
                                            E la mia roba?
 Masotto
 Pazienza; l’averem, se si potrà.
 Andiamo.
 Dorina
                      Andiamo pure.
 Mingone
                                                    Chi va là? (Bravando colla spada)
 Dorina
755Ohimè!
 Masotto
                  Niente paura. (A Dorina)
 Lasciate andar la gente
 per sua strada. (Cambiando voce)
 Mingone
                               Saper voglio chi siete.
 Masotto
 (Questo è Mingone; non lo conoscete?) (Piano a Dorina)
 Dorina
 (Me ne anderò). (A Masotto)
 Masotto
                                  (Fermatevi). (A Dorina)
760Chi siete voi? (A Mingone)
 Mingone
                             Un uomo disperato.
 Ho Dorina cercato e non la trovo
 e vuo’ saper che cosa v’è di nuovo.
 Dorina
 (Ah lasciatemi andar). (A Masotto)
 Masotto
                                             (Zitto, vi dico). (A Dorina)
 Dorina
 (Noi siamo in un intrico). (A Masotto)
 Mingone
765Una donna mi par che là vi sia;
 voglio sapere s’è la donna mia. (A Masotto)
 Masotto
 Di voi mi maraviglio
 e partir vi consiglio. (Come sopra a Mingone)
 Mingone
 Non parto insino a dì.
 
 SCENA XV
 
 LIVIETTA, TITTA e detti
 
 Titta
770Dove saranno andati? (A Mingone)
 Livietta
                                            (Eccoli qui). (A Titta)
 Dorina
 (Sento dell’altra gente). (A Masotto)
 Masotto
                                               (State zitta). (A Dorina)
 Titta
 (V’ho trovata sul fatto). (A Dorina prendendola per un braccio)
 Masotto
                                              (Questi è Titta.
 Affé, mi vien in mente
 di far un colpo bello da prudente). (Parte)
 
 SCENA XVI
 
 DORINA, TITTA, MINGONE e LIVIETTA
 
 Dorina
775(Masotto m’abbandona). (Da sé tentando fuggire)
 Titta
 Non mi fuggite, affé. (Trattenendola)
 Mingone
 Non mi spaventa quanta gente c’è.
 Livietta
 (Gli ho bene imbarazzati;
 così del loro ardir gli ho castigati).
 
 SCENA XVII
 
 MASOTTO con lume, il CONTE e la CONTESSA e detti
 
 Masotto
780Vengano i miei padroni
 e vedan due bricconi
 che a gara in questa sera
 volevano rapir la cameriera.
 Conte
 Tu, scellerato, me la pagherai. (A Mingone)
 Contessa
785Tu esente dal castigo non andrai. (A Titta)
 Conte
 Ne parlarem domani; e voi frattanto
 fate che sieno ben chiuse le porte. (A Masotto)
 Mingone
 Io, signor, non so niente. (Al conte)
 Titta
 Per me sono innocente. (Alla contessa)
 Contessa
790Che facevi tu qui? (A Titta)
 Conte
                                     Tu, che facevi? (A Mingone)
 Mingone
 Per difender Dorina io son venuto.
 Titta
 Ed io venni per te solo in aiuto.
 Masotto
 Son bricconi ambidue; lor non credete.
 Conte
 Lo vedrete doman. (Parte)
 Contessa
                                      Doman vedrete. (Parte)
 Mingone
 
795   Son restato un insensato
 che difendersi non sa.
 
 Titta
 
    Per far bene ho fatto male;
 non so dir cosa sarà.
 
 Livietta
 
    Mi dà spasso e mi diletta
800questa bella novità.
 
 Dorina, Masotto a due
 
    Il timore dal mio seno
 a bel bello se ne va.
 
 Mingone
 
    Cospetton, cospettonaccio!
 
 Masotto, Titta a due
 
 Ehi non fate qui il bravaccio,
805che risposto vi sarà.
 
 Dorina, Livietta a due
 
    Deh non fate, non bravate,
 che il bravar tremar mi fa.
 
 Mingone
 
    Chi era quel che con Dorina?...
 
 Titta
 
 Chi l’avea per la manina?...
 
 Masotto
 
810Un di voi.
 
 Mingone, Titta a due
 
                      No, non è vero.
 
 Livietta
 
 Io lo so ma nol vuo’ dire.
 
 Dorina
 
 Non lo dite, in carità.
 
 Mingone
 
    Se non si dice, ah cospettone!
 
 Titta
 
 Se non si parla, ah sanguenone!
 
 Dorina, Livietta a due
 
815   Ah mi vien male. (Tutte due mostrano di svenire. Mingone e Titta vogliono soccorrere le donne e Masotto gli scaccia)
 
 Masotto
 
                                       Animalacci,
 brutti mostacci, fatevi in là.
 
 Mingone
 
    Tutto per voi? (A Masotto)
 
 Titta
 
 Niente per noi? (A Masotto)
 
 Masotto
 
 Così si fa. (Le donne rivengono)
 
 Dorina, Livietta a due
 
820   Il cielo vi rimeriti
 la vostra carità. (A Masotto)
 
 Mingone, Titta a due
 
    Cospetto!
 
 Dorina, Livietta a due
 
                        Ahi!
 
 Masotto
 
                                   Villanacci,
 andate via di qua.
 
 Masotto, Dorina a due
 
    Un certo non so che
825mi par sentire in me
 che giubilar mi fa.
 
 Mingone, Titta a due
 
    Che rabbia, che dispetto
 che sentomi nel petto,
 che delirar mi fa.
 
 Fine dell’atto secondo